Sommario: § 1. La tesi di Laurea. - § 2. Breve guida alla scelta della materia della tesi.
- § 2.1 (segue) La scelta
dell'argomento - § 2.2
(segue) Alcuni argomenti interessanti. - § 3. Guida alla ricerca. - § 3.1 La ricerca Dottrinale. - § 3.1.1
(segue) Le enciclopedie. - § 3.1.2 (segue) Trattati. - § 3.1.3 (segue) Manuali e monografie. - §
3.1.4 (segue) Commentari. - § 3.1.5 (segue) Le riviste.
- § 3.1.6 (segue) La ricerca nei cataloghi. - § 3.1.7 (segue) I supporti informatici. - § 3.1.8 (segue) La ricerca in rete. - § 3.1.9 (segue) Cataloghi On Line. - § 3.1.10 (segue) Alcune ricerche bibliografiche già svolte.
- § 3.2 . La ricerca legislativa. - §
3.2.1 (segue) A) Attraverso strumenti tradizionali. - §
3.2.2. (segue) B) Attraverso strumenti informatici. - §
3.2.3. (segue) C) Attraverso strumenti telematici. - § 3.3.
La ricerca giurisprudenziale. - § 3.3.1 (segue) A)
Attraverso strumenti tradizionali. - § 3.3.2. (segue) B)
Attraverso strumenti informatici. - § 3.3.3. (segue) C)
Attraverso strumenti telematici - § 4. La stesura della tesi. - §
4.1. (segue) Prima di cominciare a scrivere. - § 4.2.
(segue) Il primo passo. - § 4.3. (segue) Come esporre le
argomentazioni della dottrina. - 4.4. (segue) …della
giurisprudenza. - § 4.5. (segue) i rilievi normativi
§ 5. Norme redazionali.
§ 5.1. Il linguaggio. - § 5.2. Carattere,
margini e impostazioni di stampa. - § 5.3. Maiuscole e
minuscole. § 5.4. Le citazioni. - §
5.5. Le note a piè di pagina. - § 5.6 L'elaborazione
della bibliografia generale. - §
6 Tesi svolte.
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"La tesi di Laurea dovrebbe offrire
la prova del fatto che il laureando è ormai in grado di produrre un contributo
scientifico dotato di una qualche originalità" (P. Melograni, Guida alla tesi di
laurea, Milano, 1993, p.8). Nell'attuale situazione delle università
italiane, tuttavia, il lavoro compiuto nella stesura della tesi di laurea non
sempre riceve quel riconoscimento che gli sarebbe dovuto generando immancabili
frustrazioni ed inutili perdite di tempo. Numerose, infatti, sono le difficoltà
che uno studente di giurisprudenza trovasi costretto ad affrontare nel tortuoso
cammino che conduce al tanto sospirato esame di laurea. Difficoltà per far
fronte alle quali nella maggioranza dei casi nessuna istruzione è stata
impartita allo studente nello svolgimento dell'intero corso di studi,
prevalentemente nozionistico e poco incline alla ricerca ed
all'approfondimento. A ciò si aggiunga la scarsa disponibilità degli assistenti
universitari (è quanto mai raro che siano gli stessi docenti a seguire lo
studente) affiancati allo studente nella fase di preparazione della tesi a
fornire le indicazioni necessarie allo svolgimento del lavoro.
In queste brevi pagine troverete,
pertanto, alcune (spero) utili indicazioni su come iniziare e portare a termine
la tesi di laurea in materie giuridiche.
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Breve guida alla scelta della materia della
tesi.
Può sembrare superfluo
ricordare che la materia nella quale laurearsi dovrebbe essere quella verso cui
si avverte una particolare vocazione anche se spesso la scelta è dettata da ben
altre ragioni e tra queste: in primo luogo la strada che si intende
intraprendere dopo la laurea (è chiaro che per chi aspira a far carriera in un
particolare ramo del diritto, come ad esempio il diritto internazionale privato
sarà utile svolgere la tesi detta materia); oppure la materia nella quale si è
riportato il miglior voto al fine di ottenere più facilmente l'assegnazione o
partire in una posizione favorevole nell'attribuzione del voto di laurea.
Ma sappiamo tutti che nella
maggior parte dei casi la scelta cade sulla materia nella quale è più facile
ottenere l'assegnazione (in alcune università esistono delle vere e proprie
barriere preclusive - come media-esami pari a 30/30, conoscenza di tre lingue
straniere, ecc. - relativamente a molte materie di insegnamento) o su quella
che richiede meno impegno. In queste ultime ipotesi, tuttavia, non sono infrequenti
insuccessi dovute ad apatie verso l'argomento o la materia sulla quale si
"costretti" a lavorare. Ragion per cui è sempre consigliabile, nei
limiti del possibile, scegliere la materia verso cui si è particolarmente
vocati.
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Scelta la materia spesso agli
studenti viene chiesto di presentare un rosa di titoli all'interno dei quali il
professore sceglierà il tema da assegnare. La scelta del titolo non è sempre
agevole posto che spesso si propongo soggetti casuali, generici o ristretti,
mentre per converso un soggetto ben determinato potrebbe generare il sospetto
che lo studente abbia già un testo da copiare. In quest'ultimo caso si
consiglia di arrivare all'argomento gradualmente, magari nel corso di più
incontri con il professore. La scelta dell'argomento non deve essere né troppo
selettiva (sarebbe alquanto difficile e privo di interesse scrivere una tesi ,
né eccessivamente ampia. In ogni caso la scelta dovrà cadere su un argomento
dotato di un minimo di originalità che contemporaneamente soddisfi l'interesse
dello studente e quello del docente.
Alcuni argomenti interessanti.
Cliccando qui
potrai trovare suggerimenti su alcuni argomenti interessanti.
Scrivere una tesi di laurea in materie
giuridiche presuppone l'aver imparato a compiere una ricerca elaborata
attraverso un'indagine complessa per esporne le conclusioni. La ricerca, intesa
non solo come reperimento della documentazione bibliografica, legislativa e
giurisprudenziale, costituisce, a mio modesto e sommesso avviso, il nucleo
dell'intero lavoro. Per questo motivo la ricerca deve essere condotta in forma
critica cosicché dal suo svolgimento possa emergere la struttura portante
dell'istituto sul quale si indaga (così ad esempio, sarà inutile procurarsi una
quantità notevole di documenti identici per contenuto mentre è preferibile
raccogliere informazioni diversificate sui diversi aspetti dell'indagine, sulle
diverse impostazioni dottrinali o sui diversi orientamenti giurisprudenziali).
Solo da una ricerca effettuata con questo metro potrà nascere una buona tesi.
La ricerca deve essere condotta
attraverso le tre formanti del diritto (legislativa, dottrinale e
giurisprudenziale). Ma cominciamo a vedere in dettaglio come procedere in
ognuna di esse.
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La ricerca del materiale bibliografico (ovvero
delle opere, dei saggi, degli articoli e di tutta la letteratura pubblicata
sull'argomento) deve essere volta, come si è detto, al reperimento delle
informazioni sui diversi orientamenti espressi dalla dottrina in ordine ai vari
aspetti dell'istituto nel corso della sua evoluzione interpretativa.
A tal fine, sin dall'inizio della ricerca
è necessario consultare le voci delle enciclopedie giuridiche
non solo per attingere dal testo ma anche per le indicazioni bibliografiche in
esse contenute. Le enciclopedie sono grandi opere giuridiche che raccolgono la
trattazione dei singoli argomenti suddivisi per singole voci ordinate in forma
alfabetica. Le maggiori trattazioni enciclopediche nel panorama giuridico
italiano vigente sono:
1)
Il
Digesto, edito dalla UTET e diviso in 4 sezioni corrispondenti alle grandi
partizioni del diritto positivo (diritto civile, diritto commerciale, diritto
penale, diritto amministrativo e pubblico).
2)
L'Enciclopedia
del Diritto, edita da Giuffrè che si compone di diversi volumi redatti in un
lungo arco di tempo cosicché accanto alle voci contenenti trattazioni più
risalenti possono rinvenirsi volumi contenenti le voci aggiornate o nuove voci.
3)
L'Enciclopedia
Giuridica pubblicata dalla Treccani dove ogni voce contiene una numerazione di
pagine a sé ed è inserita nel volume con fogli removibili.
Oltre alla consultazione delle
enciclopedie sarà utile, altresì, consultare i principali trattati all'interno
dei quali possono reperirsi informazioni utili sia per quanto riguarda il
materiale bibliografico sia per quanto riguarda la trattazione sistematica
dell'argomento. I trattati sono opere, solitamente collettive, divise in più
volumi e dedicate ad un determinato ramo dell'ordinamento giuridico. Tra i più
importanti possono ricordarsi:
- Trattato di diritto amministrativo,
diretto da G. Santaniello, Cedam, Padova.
- Trattato di diritto privato, diretto da
P. Rescigno, Utet, Torino.
- Trattato di diritto civile italiano,
fondato da F. Vassalli, Utet, Torino.
- Trattato di Diritto Civile e Commerciale,
diretto da Cicu-Messineo-Mengoni, Milano.
- Trattato di diritto commerciale e di
diritto pubblico dell'economia, a cura di F. Galgano, Cedam, Padova.
- Trattato delle società per azioni,
diretto da G.E. Colombo-G.B. Portale, Utet, Torino.
- Trattato di diritto tributario, Amatucci
A. (a cura di), Cedam, Padova.
- Trattato di diritto marittimo, diretto da
G. Righetti, Giuffrè, Milano.
- Trattato di diritto penale dell'impresa,
diretto da di A. Amato, Cedam, Padova.
- Trattato di criminologia, medicina
criminologica e psichiatria forense, a cura di Ferracuti F., Giuffré, Milano.
- Trattato di diritto penale italiano, di
V. Manzini, ed. aggiornata da P. Nuvolone-G.D. Pisapia, Utet, Torino.
Sarà, altresì, utile consultare, oltre
alla corrente manualistica per un primo approccio alla
materia ed il reperimento di note bibliografiche con riferimenti che possono
essere utili per i successivi approfondimenti, le trattazioni monografiche, ove
ve ne siano, sull'argomento. Per individuare queste ultime si potrà ricorrere
alle indicazioni bibliografiche ricavate in uno dei precedenti passaggi ovvero
alla ricerca sui supporti informatici o nei cataloghi delle diverse biblioteche
di cui ai parr. 3.1.6-3.1.8
Un utile strumento per la ricerca di indicazioni
utili alla trattazione dell'argomento e di altro materiale bibliografico è
costituito, inoltre, dai Commentari che consistono nel commento, articolo per
articolo, di un determinato testo normativo (costituzione, codice o disciplina
organica di una determinata materia).
Tra questi sui ricordano:
SULLA COSTITUZIONE
-
Commentario
della costituzione, fondato da G. Branca G. e continuato da A. Pizzorusso,
Zanichelli-Foro italiano, Bologna-Roma.
-
Commentario
breve alla costituzione, Crisafulli V.-Paladin L. (a cura di), Cedam, Padova.
SUL CODICE CIVILE
-
Commentario
del codice civile, a cura di Scialoja-Branca, Zanichelli, Bologna.
-
Commentario
al codice civile, diretto da P. Cendon, Utet, Torino.
-
Codice
civile commentato, a cura di P. Rescigno, Giuffrè, Milano.
-
Codice
civile annotato con la dottrina e la giurisprudenza, a cura di P. Perlingieri,
Zanichelli-Esi, Bologna-Napoli.
SUL CODICE DI PROCEDURA CIVILE
-
Codice
di procedura civile commentato, a cura di N. Picardi, Giuffrè Milano.
-
Codice
di procedura civile annotato, a cura di G. Verde, Utet, Torino.
-
Rassegna
di giurisprudenza del codice di procedura civile, a cura di Stella Richter,
Giuffrè, Milano (ovviamente solo per la giurisprudenza).
SUL CODICE PENALE
-
Commentario
sistematico del codice penale, a cura di M.Romano-G. Grasso, Giuffrè Milano.
-
Commentario
breve al codice penale, a cura di G. Zuccalà, Cedam, Padova.
-
Commentario
costituzionale al codice penale e alla legge di depenalizzazione, Cedam,
Padova.
SUL CODICE DI PROCEDURA PENALE
-
Commentario
breve al nuovo codice di procedura penale, a cura di V. Grevi, Cedam, Padova.
-
Commentario
costituzionale al codice di procedura penale, a cura di Longo-Ghedini, Cedam,
Padova.
SUL DIRITTO AMMINISTRATIVO
-
Commentario
alle leggi sulla giustizia amministrativa, a cura di A. Romano, Cedam, Padova.
-
Codice
amministrativo annotato, a cura di S. Piasco, Utet, Torino.
SUI TRATTATI CEE
-
Commentario
al Trattato CEE, a cura di Quadri-Monaco-Trabucchi, Giuffrè, Milano.
SULLE PIÙ IMPORTANTI MATERIE EXTRA
CODICEM.
-
Commentario
alla legge fallimentare, a cura di Bricola-Galgano-Santini, Zanichelli-Foro Italiano, Bologna-Roma.
-
Commentario
breve al diritto della concorrenza, a cura di Marchetti-Ubertazzi, Cedam,
Padova.
-
La
tutela dei dati personali. Commentario alla l. n. 675 del 1996, a cura di
Giannantonio, Cedam, Padova.
-
Commentario
al diritto italiano della famiglia, a cura di Cian-Oppo, Cedam, Padova.
-
Commentario
del nuovo diritto internazionale privato, a cura di Pocar-Treves, Cedam,
Padova.
-
Commentario
al nuovo contenzioso tributario, a cura di A.-M. Finocchiario, Giuffrè, Milano.
-
Commentario
breve alle leggi sul lavoro, a cura di Grandi-Pera, Cedam, Padova.
-
Commentario
delle "norme contro la violenza sessuale" (L. 15 febbraio 1996 n.
66), Cedam, Padova.
-
Commentario
al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, a cura du Capriglione
F., Cedam, Padova.
-
L'autonomia
locale, commentario alla l. 8 giugno 1990 n. 142 sulle autonomie locali
coordinata con la l. 7 agosto 1990 n. 241 sul procedimento amministrativo, a
cura di L. Papiano, Pragma, Bologna.
-
Codice
dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile, a cura di
A.A.-P. Abrugiati, Giuffrè, Milano.
Infine, per il completamento della ricerca
bibliografica sarà necessario consultare i contributi dottrinali pubblicati
sulle diverse riviste periodiche giuridiche facilmente reperibili nelle varie
biblioteche. Ciò in quanto è in tali riviste che vengono pubblicati i
contributi dottrinali più recenti nonché le trattazioni degli aspetti più
singolari ed innovativi di ciascun istituto tenendo conto delle applicazioni
giurisprudenziali (le cc.dd. "note a sentenza" che altro non sono che
un commento sulle più recenti sentenze della giurisprudenza italiana).
"Esiste per lo più almeno una
rivista per ogni partizione del diritto positivo e, anzi, il grado di sviluppo
di questo tipo di letteratura giuridica è giunto a notevoli livelli di
specializzazione" (SOLIGNANI, Breve
guida alla ricerca giuridica, edizione telematica, Infosistemi, 1996).
Un ricco elenco delle riviste giuridiche
italiane si può trovare in CASSESE, Guida alla Facoltà di Giurisprudenza,
Bologna, il Mulino, appendice n. 5.
Per trovare l'articolo che interessa
all'interno delle riviste esistono diversi modi:
1)
se
si è già a conoscenza dell'autore, del titolo o anche semplicemente
dell'argomento, unitamente all'annata della rivista, nulla quaestio: è
sufficiente consultare il relativo volume;
2)
se
si vuole cercare tutto quanto è apparso sulle diverse riviste intorno ad un
determinato argomento sarà utile consultare il "Dizionario bibliografico
delle riviste giuridiche italiane" curato da V. Napoletano e pubblicato
dalla Giuffrè (Milano). La consultazione di tale Dizionario (reperibile in ogni
biblioteca) è estremamente facile poiché oltre all'elencazione per materia dei
vari articoli è possibile consultare il suo indice analitico (per voci
alfabetiche) molto ben articolato. Una volta trovati l'argomento o le voci che
interessano saranno indicati gli articoli, i loro autori e le riviste nelle
quali sono stati pubblicati. Esiste un volume per ogni anno dal 1956 (per il
periodo precedente vi è un unico volume comprendenti gli anni dal 1865 al
1954).
3)
se,
invece, si è interessati a conoscere i più recenti apporti al dibattito
dottrinale su un determinato argomento (posto che, ovviamente, del Dizionario
Napoletano non troverete i volumi relativi all'annata in corso e, talvolta,
nemmeno a quella precedente) allora potrà essere utile scorrere gli indici
analitici delle riviste, relative all'annata in corso (o all'ultima annata),
dedicate al ramo del diritto al quale l'argomento appartiene oltre alle riviste
dedicate al tema generale del diritto come Giurisprudenza Italiana o Foro
Italiano.
4)
anche
per gli articoli delle riviste troverete indicazioni utili nei parr.
3.1.6-3.1.8
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Al fine di individuare il materiale bibliografico
esistente su un determinato argomento, potrà essere utile ricorrere alla
consultazione dei cataloghi (per autore o per soggetto) presenti in tutte le
biblioteche. La ricerca nei tradizionali cataloghi per soggetto se da una parte
richiede notevole spendita di tempo, dall'altra è certamente utile per affinare
ulteriormente l'inquadramento sistematico dell'argomento. Ciò in quanto la
ricerca andrà condotta su tutti i soggetti aventi una qualche affinità con
l'argomento della tesi (così, ad esempio, se il tema della vostra ricerca è la
"Famiglia di fatto", allora sarà necessario consultare le voci,
"Famiglia", "Matrimonio", "Atto negoziale",
"Autonomia", "Formazioni sociali", e così via).
In alcune biblioteche accanto ai
cataloghi tradizionali composti da schede inserite in appositi contenitori
classificati per anno o lettera, sono presenti cataloghi su supporto
informatici, con collegamento a banche dati telematiche per la cui
consultazione si rimanda oltre.
Informazioni utili sull'accesso alle biblioteche
e sugli orari possono reperirsi al sito http://pop.let.uniroma1.it/bibl/bibl_cop.html
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La ricerca su supporti informatici
Esistono diverse raccolte bibliografiche
su supporto informatico (CD ROM) anche se poche contengono il testo integrale
degli scritti ai quali fanno riferimento. In ogni caso l'ausilio di tali
strumenti potrà essere utile per reperire i titoli o gli autori che fanno
riferimento all'argomento oggetto della ricerca. A tal fine sarà sufficiente
effettuare la ricerca digitando nell'apposito form alcune parole chiave
che possono condurvi ad un elenco di titoli interessanti per il vostro lavoro
(es., digitando: diritto (and) sciopero (and) servizi (and) pubblici (and)
essenziali, avrò l'elenco delle pubblicazioni sul diritto di sciopero nei
servizi pubblici essenziali).
Esistono anche alcune riviste (es. Giuda
al diritto, Foro Italiano) pubblicate interamente su supporto informatico
all'interno del quale, pertanto, potrà reperirsi il testo integrale
dell'articolo pubblicato.
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Attraverso la rete telematica (internet)
è possibile reperire diverso materiale bibliografico sia attraverso la
consultazione delle riviste telematiche dedicate ai diversi rami del diritto
(vedi l'elenco dei link qui a fianco); sia navigando tra i sempre più numerosi
siti (home page personali come questa) appartenenti ai cultori del diritto che
hanno scelto la rete telematica come mezzo di diffusione dei propri contributi
dottrinali. A tal fine si possono utilizzare i diversi motori di ricerca messi
a disposizione in rete, utilizzando parole chiave e operatori boleani, o le
raccolte di link contenute in svariati siti.
Tra i più efficienti strumenti di ricerca
in rete si segnalano:
Il sistema informativo dell'Istituto per
la Documentazione Giuridica (IDG), che contiene diversi archivi e banche dati
consultabili in rete: DOGI (Dottrina giuridica pubblicata nelle
riviste specializzate italiane) - STOP (Contributi di rilevanza giuridica
pubblicati sulla stampa d'opinione (1975-1993) - ITLaw (Bibliografia internazionale
d'informatica e diritto) - BIGA (Bibliografia giuridica
dell'ambiente) - DAUE (Stato di attuazione in Italia delle
Direttive Ambientali dell'Unione Europea) - BIG (Bibliografia
sull'interruzione della gravidanza) - EURO (Bibliografia internazionale del
federalismo europeo) - VIPDn (Legislazione nazionale sulla vita
indipendente delle persone con disabilità) - VIPDr (Legislazione regionale sulla vita
indipendente delle persone con disabilità) - Biblioteca (Catalogo delle opere monografiche
della Biblioteca IDG) - Banca dati DIRITTO
ITALIA (Materiali giuridici in rete sempre aggiornato).
Può consultarsi, altresì, il Polo Giuridico di Roma del Servizio
Bibliotecario Nazionale.
Infine, attraverso Telnet (scaricabile
dal sito della Camera dei Deputati, sezione
"servizi per il cittadino-banche dati), si può consultare la banca dati
della Biblioteca della Camera.
Cliccando qui
potrai trovare alcune ricerche bibliografiche già svolte.
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(Questa sezione riproduce la relativa parte del testo "Breve
guida alla ricerca giuridica", di SOLIGNANI, edizione telematica,
Infosistemi, 1996).
Occorre distinguere tra codici e altri
testi normativi.
A) Codici. Esistono in commercio o
altrimenti disponibili diverse edizioni dei codici. Occorre prestare attenzione
all'accuratezza della trascrizione del testo ufficiale, alla tempestività dell'
aggiornamento con le successive disposizioni di legge abrogative o modificative
e sopratutto con le pronunce della Corte costituzionale (diversi codici,
purtroppo, non riportano le importantissime sentenze interpretative di rigetto
della Corte), alla ricchezza e sensatezza della selezione di leggi speciali
riportata in appendice.
Esistono edizioni dei singoli codici
oppure edizioni dei due codici civili o penali o di tutti e quattro i codici.
Il vantaggio delle prime è quello di consentire di riportare un maggior numero
di leggi speciali in appendice, mentre quello delle ultime risiede, per il
lettore, nella disponibilità di un indice analitico esteso a più codici e in
richiami intercodicistici nel corpo degli articoli.
A tal proposito va ricordato che i
richiami nel corpo degli articoli (i numeri tra parentesi) sono opera del
curatore dell'edizione del codice, del cui testo non fanno parte, e anche dalla
loro ricchezza, analiticità e sensatezza si giudica la bontà dell' edizione di
un codice.
Esistono, infine, codici commentati
brevemente con la dottrina e/ o la sola giurisprudenza quali quelli editi dalla
casa editrice La tribuna o quelli, famosi, della CEDAM.
B) Altri atti normativi. Gli atti
normativi dello Stato italiano, oltre che essere raccolti nella Gazzetta
Ufficiale dello Stato, sono pubblicati dalle seguenti riviste periodiche: Lex,
Utet, Torino; Le leggi, Zanichelli, Bologna. Si può consultare anche la
Raccolta generale di legislazione della Giuffrè di Milano.
Un utile strumento di conoscenza dei
testi normativi inerenti ad una determinata materia sono i "codici"
compilati dalle case editrici che riuniscono appunto tutti gli atti normativi,
magari completati da un formulario e una parte modellistica, che si riferiscono
o sono di qualche interesse per uno specifico oggetto (ad es.: codice del
condominio, codice delle locazioni, etc.)
Esistono ottime raccolte legislativi su
cd-rom. Anche in questo caso il vantaggio, oltre allo spazio assai ridotto,
consiste nelle maggiori potenzialità di ricerca offerte. La più diffusa banca
dati su cd-rom di legislazione è Le leggi d' Italia edita dall' Istituto De
Agostini; per i quattro codici invece I codici d' Italia della stessa casa
editrice.
A livello telematico esistono già
strumenti molto buoni per la ricerca dei testi normativi. Ne sono esempi Codex,
una raccolta di testi basata sulle richieste avanzate di volta in volta dagli
utenti, e la bellissima Minerva, con un veloce sistema di ricerca.
[in rete possono trovarsi diverse
raccolte normative per le quali si veda la raccolta di links in questo sito e
tra di essi il sito del Parlamento Italiano,
n.d.r.]
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(Questa sezione riproduce la relativa parte del testo "Breve
guida alla ricerca giuridica", di SOLIGNANI, edizione telematica,
Infosistemi, 1996).
Gli strumenti per la ricerca della
giurisprudenza sono innanzitutto i massimari e i repertori quindi le rassegne e
le riviste giuridiche.
A) I massimari. Riportano mensilmente le
sole massime delle decisioni della Cassazione. Le massime, come è noto,
consistono nella breve esposizione del principio di diritto seguito nella
pronuncia giurisprudenziale. Esse rappresentano il "precipitato sintetico"
dell' opera intellettuale della giurisprudenza. Quelle di Cassazione sono
elaborate da un apposito Ufficio del Massimario; quelle dei giudici di merito
sono opera delle redazioni delle riviste e non sempre sono accurate (e questa è
un' altra ragione che consiglia di leggere sempre il testo completo della
pronuncia).
I massimari sono il Massimario del Foro
italiano, Bologna, Zanichelli; il Massimario della Giurisprudenza italiana,
Torino, UTET; il Massimario della Giustizia civile, Milano, Giuffrè.
B) I repertori. I repertori sono
pubblicati annualmente e riportano, disposte per materie e ordinate in voci e
sottovoci, le massime di tutte le sentenze e degli altri provvedimenti
giurisdizionali apparse nelle riviste giuridiche e nei massimari l'anno precedente.
La loro importanza […] va al di là della conoscenza della giurisprudenza in
quanto, contenendo spesso riferimenti incrociati ad altri formanti, sono molte
volte utilissimi anche per la ricerca di altri materiali.
Essi sono Repertorio generale della Giurisprudenza
italiana, Torino, UTET; il Repertorio della Giustizia civile, Milano, Giuffre';
il Repertorio del Foro italiano, Zanichelli, Bologna.
C) Le rassegne. Le rassegne contengono
una esposizione sistematica ed ordinata della giurisprudenza. Sono sostanzialmente
delle riviste dedicate esclusivamente al monitoraggio della giurisprudenza e
dei relativi orientamenti giurisprudenziali.
D) Le riviste. Tutte le riviste
giuridiche offrono grande spazio alla giurisprudenza quando addirittura non
sono specializzate nella pubblicazione di testi giurisdizionali. Le sentenze
pubblicate sulle riviste appaiono precedute da una rubrica che indica in una
successione di voci e sottovoci l' argomento o l' istituto al quale la
pronuncia attiene: ne viene riportato un esempio qui di seguito:
contratto preliminare - compravendita -
riserva di usufrutto - morte del promissario alienante prima del termine per la
stipulazione del definitivo - nullità - inapplicabilità dell' art. 2932 cod.
civ.
Le rubriche sono poi seguite dalle
massime che, come sopra ricordato, per la giurisprudenza di merito
costituiscono opera della redazione.
Una rivista specificamente dedicata alla
pubblicazione di riviste della giurisprudenza di merito è Giurisprudenza di
merito, Milano, Giuffrè. La giurisprudenza della Corte costituzionale invece
viene pubblicata da Giurisprudenza costituzionale, Milano, Giuffrè.
Esistono ottime banche dati su cd-rom con
la trasposizione dei repertori annuali, contenenti addirittura fino a 10 annate
in un unico disco. Il vantaggio di questi supporti è notevole perchè le
possibilità di ricerca che consentono sono immensamente più potenti rispetto al
supporto cartaceo. Solitamente, infatti, è possibile ricercare tutti gli
archivi contenuti nel disco per parole chiave e cioè trovare tutte le massime
che contengono determinate parole. Gli esempi principali sono il Repertorio del
Foro italiano realizzato da Zanichelli; il CD Juris Data della Giuffrè di
Milano.
Alcune massime giurisprudenziali si trovano
ora anche nelle raccolte legislative su cd-rom "in calce" agli
articoli o ipertestualmente linkate a questi.
Lo strumento principale per il
rinvenimento telematico della giurisprudenza è il famoso CED presso la Corte di
Cassazione. Ultimamente sono nate alcune iniziative di raccolta spontanea di
giurisprudenza anche sulla rete internet; alcune massime di cassazione sono
riportata in Repertorio on-line curato da Alessandro Pedone e Carmelo
Picciotto.
Il repertorio si divide in tre grandi
partizioni corrispondenti al diritto civile, penale e amministrativo. Alcune
pronunce di merito si possono trovare in Monitore on-line curato da Fabrizio
Sigillò.
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Una volta raccolto tutto il materiale
(bibliografico, legislativo, giurisprudenziale), occorre passare alla
realizzazione vera e propria della tesi, vale a dire alla sua stesura per
iscritto. Ad avviso di chi scrive se la ricerca è stata compiuta attraverso un
adeguato vaglio critico, il lavoro di stesura dovrebbe essere meno difficile di
quanto si possa pensare.
La tesi dovrà essere redatta come una
piccola monografia libraria corredata da un indice-sommario dettagliato, una
bibliografia generale ed una partizione per paragrafi e capitoli, ecc.
Anche se la tesi di laurea dovrebbe
offrire un contributo "originale" allo studio dell'argomento oggetto
di indagine, in realtà è quanto mai improbabile che si riesca in tale intento,
se non altro perché un lavoro di tal fatta presupporrebbe una costante e
significativa collaborazione con il docente (o quanto meno con il ricercatore)
affiancato allo studente, collaborazione verso la quale, nella maggior parte
dei casi, i docenti si mostrano poco disponibili.
Per tali motivi le tesi assumono sovente
carattere compilativo ancorché ciò non significhi, necessariamente, che si
debba rinunciare a dare un'impronta personale alla trattazione. Anche una tesi
compilativa, infatti, può costituire un ottimo strumento per lo studio
dell'argomento di cui si tratta se non altro per l'inquadramento sistematico
dato all'istituto, per il modo in cui è stato trattato, per le informazioni
bibliografiche, legislative e giurisprudenziali raccolte.
Il metro da usare nella stesura di una
tesi ancorché compilativa deve essere quello di un'indagine complessa volta a cogliere la ratio, la portata
applicativa e i dubbi interpretativi (di ordine letterale, logico e
sistematico) dell'istituto oggetto di studio.
Sul piano dell'indagine intorno ai
fondamenti dell'istituto la ricerca deve essere volta a cogliere la sua origine
storica valutata con metro comparativo, la sua rilevanza fattuale, ecc.
L'indagine sulla portata applicativa e
sui dubbi interpretativi, invece, deve essere mirata ad individuare la
"vita concreta" dell'istituto attraverso le pronunce
giurisprudenziali (dando conto delle sue evoluzioni e dei diversi
orientamenti), le osservazioni della dottrina, le nuove istanze provenienti dal
tessuto sociale dell'ordinamento giuridico.
Una particolare attenzione deve essere
dedicata alle implicazioni sistematiche dell'istituto così da metterlo in
relazione con tutte le norme (in particolare quelle di rango costituzionale)
che compongono l'ordinamento nonché con gli altri istituti con esso
interferenti. Sotto quest'ultimo aspetto potrà essere utile prendere in
considerazione gli eventuali effetti di innovazioni legislative che di riflesso
coinvolgono l'istituto sul quale si indaga.
Può essere utile, infine, volgere lo
sguardo ai profili comparativi dell'istituto mettendolo in relazione con il
diritto di uno o più ordinamenti stranieri.
Prima di cominciare a scrivere, tuttavia, è necessario avere
una visione sufficientemente esauriente dell'argomento anche se non ancora
delle idee ben chiare (le idee, infatti, si materializzeranno man mano che si
procederà nell'elaborazione del materiale). A tal fine è necessario aver letto
con attenzione almeno gli scritti principali del materiale raccolto ed aver
dato almeno un'occhiata all'altro materiale che sarà poi letto attentamente nel
corso della stesura gradualmente, ossia man mano che si andrà avanti (si tenga
presente che tutto il materiale andrà letto e riletto diverse volte). Ad avviso
di chi scrive è molto utile appuntare le cose più interessanti che si
incontrano nella lettura in uno dei modi seguenti:
1)
munirsi
di un evidenziatore e sottolineare le parti che potrebbero risultare
interessanti da citare nel testo;
2)
raccogliere
tali parti in schede (una per ogni scritto) all'interno delle quali saranno
riportati i dati utili per la citazione (titolo, pagina, ecc.)
3)
in
questa seconda ipotesi si può procedere o creando le schede (come è
consigliabile) direttamente sul proprio PC; oppure avvalendosi dei tradizionali
raccoglitori cartacei.
Detto questo, vediamo in dettaglio, i
passi da compiere nella stesura della tesi:
- Il primo passo da
compiere per la stesura della tesi è l'approntamento della struttura della
tesi, vale a dire di un indice di massima idoneo a costituire lo scheletro
della tesi. Nel compiere tale operazione si deve tener presente che l'indice
completo potrà aversi solo alla fine e per questo motivo si potrà rimandare al
termine del lavoro (o di ogni sua parte) la messa a punto della titolazione
definitiva dei paragrafi in relazione al loro contenuto. Nella strutturazione
della tesi si dovranno mettere in evidenza gli aspetti principali
dell'argomento e per ognuno di essi andranno approfondite le tematiche
dottrinali, giurisprudenziali e legislative per darne una visione esauriente e
sufficientemente strutturata. Alle partizioni dell'argomento corrisponderanno i
capitoli, i paragrafi, i sottoparagrafi, e così via.
È importante, anche se non
indispensabile, cercare di acquisire, sin dall'inizio, un proprio punto di
vista sull'argomento al fine prendere una posizione o schierarsi con questo o
quell'altro orientamento interpretativo. Ciò anche se tale punto di vista verrà
mutato in corso d'opera.
- Una volta
fissati i punti attraverso i quali si snoderà il discorso nella tesi sarà
opportuno procedere gradualmente al riempimento di tali punti con il contenuto
della ricerca affinando di volta in volta il linguaggio e le tematiche
affrontate. A tal fine esistono metodi diversi per affrontare le argomentazioni
della dottrina, della giurisprudenza nonché i rilievi normativi.
Per esporre le argomentazioni della dottrina
si deve innanzitutto collocare l'autore dal quale si attinge all'interno di un
determinato orientamento dottrinale dando conto anche dei diversi orientamenti
e delle ragioni addotte a sostegno delle proprie tesi e delle critiche mosse
verso i diversi orientamenti. Sul modo di citare gli autori si veda oltre.
Per esporre le
argomentazioni della giurisprudenza non è sempre sufficiente soffermarsi alle
massime pubblicate dovendosi invece cercare nella motivazione delle sentenze le
ragioni che hanno condotto a stabilire questo o quel principio di diritto
(nella procedura civile o nei giudizi costituzionali, ad esempio, la pronuncia
è strettamente correlata alle prospettazioni delle parti). Anche per la
giurisprudenza è utile dar conto dei diversi orientamenti interpretativi in
chiave evolutiva (cogliendo i mutamenti di indirizzo), evidenziando, quanto è
possibile, le diverse posizioni della giurisprudenza di merito e di quella di
legittimità.
Per i rilievi
di ordine normativo è necessario esporre in primis il dato letterale
della legge per poi passare alla sua interpretazione dottrinale o
giurisprudenziale. Tuttavia, nell'esporre le posizioni del legislatore, spesso
in antitesi con dottrina e giurisprudenza, è necessario chiarire il dibattito
politico-parlamentare precedente l'emanazione di ogni norma (ricostruibile
attraverso i lavori preparatori) nonché le contingenze socio-culturali che
hanno portato all'introduzione di una determinata disciplina. Molto utile,
infine, può essere attardarsi sulla tecnica legislativa alla quale è ricorso il
legislatore.
|
|
|
L'ultima questione da affrontare riguarda
i dettagli tecnici della stesura, vale a dire il linguaggio, le note, le
citazioni, ecc.
Come si è detto, la tesi dovrà essere
redatta come una piccola monografia libraria corredata da un indice-sommario
dettagliato, una bibliografia generale ed una partizione per paragrafi e
capitoli.
Per quanto riguarda il linguaggio è
consigliabile rendere il discorso impersonale evitando di parlare in prima
persona e di assumere posizioni apodittiche. Molta attenzione deve essere
rivolta alla punteggiatura (è sconsigliabile scrivere periodi troppo lunghi o
frasi incompiute), ai tempi dei verbi, all'uso improprio di termini tecnici.
I caratteri da
utilizzare sono quelli normalmente preimpostati (per i diversi stili) nel
modello "Tesi" fornito dai diversi editor di testo. Lo stesso vale
per il layout di pagina, per i margini, il numero delle righe, ecc. La stampa
deve avvenire su una sola facciata di fogli, numerati progressivamente, formato
A4.
Si elencano qui di seguito alcune
informazioni importanti e le impostazioni (MSWord) preferite dallo scrivente
Carattere |
testo |
Times
New Roman pt 14-12, spaziatura normale |
note |
Times
New Roman, pt 10-13, in relazione alla misura usata nel testo. |
|
Margini
(in cm) |
Inf.
e Sup. 3,81- Dx 3,38 - Sx 5,08 - Ril. 0 - Dist. dal bordo 2,54 |
|
Interlinea |
testo
|
Doppia
con rientri prima riga di 1,5. |
note |
Singola
con analoghi rientri. |
|
Righe |
18-25.
Pagine con note corpose anche meno di 18 righe (fino a due) |
|
Numerazione |
Progressiva
cominciando da 3 dopo il frontespizio. |
|
Frontespizio |
Il
frontespizio deve contenere necessariamente l'indicazione dell'università,
della facoltà, dell'anno accademico, il titolo della tesi, il nome del
laureando e del suo relatore. |
|
Stampa |
Fogli
formato A4, una pagine per facciata con stampante di buona qualità. |
In alcuni casi può sorgere il dubbio
riguardo all'uso delle lettere iniziali (maiuscole o minuscole) di alcune
parole o espressioni particolari (o riferite ad organi istituzionali). Alcuni
autori hanno adottato il criterio di usare sempre il minuscolo scrivendo, ad
esempio: stato (e non Stato); corte costituzionale (anziché Corte
Costituzionale); parlamento (invece di Parlamento); e così via. L'importante è
seguire il criterio scelto per tutta la tesi in maniera uniforme.
Nel testo può riportarsi sia il contenuto
dello scritto dal quale si attinge sia le parole esatte usate in tale scritto.
Mentre in entrambi i casi è necessario inserire un'apposita nota bibliografica
(vedasi oltre) solo nel secondo è necessario distinguere (per evitare il
plagio) le parole usate dall'autore citato dal resto del testo. Ciò può essere
fatto in diversi modi (mettendole in corsivo, racchiudendole tra virgolette,
ecc.) purchè lo stesso metodo si adotti per tutta la tesi.
Lo stesso discorso vale per la
giurisprudenza ed i testi normativi al fine di permettere al lettore di
discernerli facilmente (solitamente chi scrive, predilige usare metodi diversi
in relazione al tipo di citazione, ad esempio: il corsivo per la dottrina, le
virgolette in apice per la giurisprudenza, le virgolette a caporale (<<
>>) per i testi normativi.
Il corsivo, infine, può essere usato per
scrivere parole straniere (comprese le locuzioni in latino) mentre le
virgolette in apice possono essere usate per evidenziare parole significative.
Nelle note a piè di pagina sono
riportate, in primo luogo, le informazioni dello strumento bibliografico dal
quale è stata tratta la citazione o dal quale è stato estrapolato il contenuto
riportato nel testo. Le note possono essere arricchite anche da un breve
commento:
-
se si
tratta della citazione di un autore può essere utile spiegare in nota le
ragioni della tesi sostenuta nel testo o l'opinione di qualche altro autore di
segno contrario;
-
se si
tratta di una sentenza può essere utile inserire in nota, oltre alle
indicazioni della sentenza, qualche commento o qualche passo della motivazione
o l'esposizione del caso di specie.
È bene mettere in nota anche le norme
citate per relationem nel testo ed ogni altro argomento di ritenga utile
evitando così di appesantire il testo.
La nota generalmente si introduce con
Cfr.
Esempio: Cfr. NIGRO M., Ma cos'è
questo interesse legittimo? Interrogativi e nuovi spunti di riflessione, in
Foro It., 1987, V, 470ss.
Le
informazioni bibliografiche nelle note possono essere anche abbreviate (anche
se ad avviso di chi scrive è preferibile mettere le indicazioni complete come
nella bibliografia generale indicando, vieppiù, il numero
di pagina o di pagine a cui si è fatto riferimento).
La forma abbreviata consiste
nell'indicazione del cognome e dell'iniziale del nome (in lettere maiuscole)
dell'autore, seguito dalla virgola, dall'anno della pubblicazione (tra
parentesi tonde), virgola, dal titolo dello scritto (in corsivo), virgola,
dall'indicazione della pagina dalla quale si è tratto.
Esempio: Cfr. SCOCA F.G., (1998), Interessi
protetti, 2
Se la nota si riferisce la testo,
all'articolo o al saggio citato nella nota precedente si può usare
semplicemente Ibidem (senza il nome dell'autore) indicando la pagina o
le pagine nel caso siano diverse rispetto alla citazione precedente.
Le sentenze si citano mettendo in ordine:
l'ufficio giudicante, la data (g/m/a), il numero della sentenza, la rivista
nella quale è stata pubblicata (es.: Cfr. Cass. civ., sez. II, 1 febbraio 1993,
n. 1226, in Foro It., 1993, I, 1452).
-
L'ufficio
giudicante è l'organo che ha emesso la sentenza e mentre per i giudici Supremi
(Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale, Tribunale
Superiore delle Acque, ecc.) non è necessario indicare il luogo del deposito
(avendo tali giudici unica sede) per le sentenze dei giudici di merito va indicato,
ovviamente, il luogo in cui ha sede il giudice (Tribunale di Torino, TAR
Calabria, Appello Milano, ecc.). Il nome dell'ufficio va abbreviato nel modo
seguente:
Corte di Cassazione, sezioni civili |
Cass. Civ., |
Corte di Cassazione, sezioni penali |
Cass. Pen. |
Corte Costituzionale |
Corte Cost. |
Consiglio di Stato |
Cons. St. |
Corte di Appello |
App. Milano, Torino, Roma, ecc. |
Tribunale |
Trib. Milano, Torino, Roma, ecc. |
Tribunale Amm.vo regionale |
TAR, Calabria, Lazio, Emilia Romagna,
ecc. |
… e così via
I testi
normativi possono essere citati in diversi modi. Si consiglia:
Norme codicistiche: |
art.1, c.c., c.p., c.p.c., c.p.p.; se
si tratta di un comma: art.1, comma 1; se di un numero o di una lettera
art.1, comma 1, n.2 (opp.) lett.a) |
Leggi |
Legge 25 marzo 1985, n.121 (in nota,
gli estremi di pubblicazione sulla Gazz. Uff.). Citazioni successive possono
abbreviarsi come segue: legge n.121/85 oppure legge 121 se non vi è rischio
di confusione. |
Decreti legge |
D.L., 5 ottobre 1993, n.398. Dopo la
conversione va indicata anche la relativa legge di seguito all'indicazione
del decreto. Es.: D.L., 5 ottobre 1993, n.398 (conv. con modificaz., nella
legge 4 dicembre 1993, n.493. |
Decreti legislativi |
D.lgs.vo 24 luglio 1992, n.358 (in nota
può indicarsi la legge delega). |
… e così via.
Per un elenco delle abbreviazioni da usare
cfr. GIROLAMO C. - TOSCHI L., La forma del testo. Giuda Pratica alla stesura
di tesi di laurea, Bologna, il Mulino, 1988.
Nella
bibliografia generale posta al termine del lavoro sono riportate le
informazioni complete riguardanti ogni strumento bibliografico utilizzato
(testi, articoli, saggi, ecc.)
L'indicazione dei testi può essere fatta
in diversi modi, fra i quali si consiglia:
- Cognome e iniziale del nome (in lettere
maiuscole) dell'autore, virgola, titolo dello scritto (in corsivo), virgola,
numero del volume in cifre romane (se l'opera è divisa in più volumi), virgola,
numero dell'edizione in cifre romane, virgola, luogo di pubblicazione, virgola,
casa editrice, virgola, anno di pubblicazione, virgola.
Esempio: MANDRIOLI C., Corso di
diritto processuale civile, II, X ediz., Torino, Giappichelli, 1999.
Se si tratta di un articolo tratto da una
rivista all'indicazione dell'autore e del titolo come nel caso precedente
segue: in (virgola) , titolo abbreviato della rivista (virgola), anno della rivista
(virgola), parte o sezione (se la rivista è divisa in più parti o sezioni)
(virgola), numero della pagina iniziale seguito senza spazio da ss.
Esempio: TRABUCCHI A., Un nuovo
diritto, in Riv. Dir. Civ., 1963, I, 259ss.
È necessario indicare il numero del
fascicolo (anche senza indicare il mese) se la rivista non è rilegata in un
unico volume o se la numerazione delle pagine ricomincia ad ogni fascicolo.
Esempio: Titolo della rivista,
1999, n.7, I, 32ss.
Se si tratta di un saggio contenuto in
un'opera collettiva (ad es. un trattato), al titolo del saggio in corsivo
seguono le indicazioni dell'opera collettiva.
Esempio: PICOZZA E., Le situazioni
giuridiche soggettive nel diritto nazionale e in quello comunitario, in
"Trattato di diritto amministrativo" diretto da G. Santaniello, II,
Milano, Cedam, 1999.
Se si tratta di un'opera collettanea il
nome dei diversi autori che vi hanno partecipato potrà essere sostituito
dall'indicazione generica AA.VV. (autori vari).
Esempio: AA.VV., Attività
amministrativa e tutela degli interessati. L'influenza del diritto comunitario,
Torino, Giappichelli, 1998.
Questi sono alcuni dei molteplici criteri
che possono seguirsi nella stesura della tesi la scelta tra i quali è rimessa o
alle indicazioni del proprio relatore o alla discrezione dello studente.
In ogni caso è importante seguire il
criterio scelto per tutta la stesura della tesi in maniera uniforme.
Cliccando qui potrai
trovare alcune tesi svolte inviatemi gratuitamente da cultori del diritto.
Informazioni sul copyright
(C).
La proprietà intellettuale morale e patrimoniale del presente
testo è riservata a all'autore. È fatto divieto, ai sensi della normativa
vigente, di riprodurre, con qualsiasi mezzo, cartaceo, chimico, elettronico,
telematico, il presente testo al di fuori di quanto consentito dall'autore ai
sensi delle disposizioni seguenti. La consultazione on-line del testo è libera
così come libero è l'inserimento di links all'indice o a parti del testo; il
link può contenere qualsiasi denominazione che rispecchi il contenuto
dell'opera. È possibile prelevare il testo ed il testo così ottenuto può
dall'utilizzatore essere ulteriormente divulgato purchè: a) la copia sia
gratuita; b) il testo sia ricopiato integralmente e senza alcuna modificazione.
Roma (1999).
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